Film thriller del 2016 diretto da Gavin O’Connor disponibile su Netflix con protagonisti Ben Affleck, Anna Kendrick e J.K. Simmonds.
Ben Affleck, già protagonista in Batman, Argo, Pearl Harbor, in questo film interpreta Christian Wolff, un uomo affetto da una forma di autismo, la sindrome di asperger, con un volto impassibile, un fisico imponente ma una capacità quasi sovrumana di fare calcoli.
Ufficialmente un contabile, professione che esercita anche per organizzazioni criminali, è anche una vera e propria macchina da guerra, addestrato dal padre fin da piccolo a combattere usando le arti marziali e le armi da fuoco. Christian ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, soprattutto da quando la madre ha abbandonato lui e il fratello.
Quando Dana Cummings, interpretata da Anna Kendrick, dipendente dell’azienda Living Robotics, scopre delle anomalie nei bilanci della società, Christian viene coinvolto in una spirale di eventi che mettono a repentaglio la sua vita e quella della ragazza, avendo contemporaneamente alle calcagna il Dipartimento del Tesoro.
Il regista ha dato prova di saper fare al meglio le scene con i combattimenti corpo a corpo, ma anche saper rendere i personaggi drammatici, usando anche le emozioni come fossero parte della battaglia. Ciò che giganteggia però è la rappresentazione del protagonista che raccoglie in se, fragilità insite nella propria patologia e sicurezza trasposta dalla ferrea educazione imposta dal padre, proprio per garantire al giovane un avvenire di rispetto ed autosufficienza.
Il film non segue un flusso cronologico, infatti si alternano vari momenti della storia, a cominciare dall’infanzia del protagonista, la sua vita da contabile, quella dell’assassino freddo e spietato, con anche le figure dei coprotagonisti dalla contabile conosciuta in occasione dell’ultimo incarico accettato e del capo del dipartimento dei crimini finanziari del Dipartimento del Tesoro, che cerca di stanare il contabile.
I colpi di scena sono prevedibili e i dialoghi sono piuttosto essenziali. Vera e aderente al tema è la frase che viene detta una volta ma comunque ha un certo effetto: “la diversità prima o poi spaventa”. Ben Affleck, dotato di un ottimo talento come regista e sceneggiatore, appare inespressivo gioco forza, è perfetto per i ruoli d’azione, adattando le parti a se stesso.
Se nel film l’amore bugiardo questa scelta della dinamicità è stata geniale, in questa pellicola il contabile invincibile e autistico è forte e distruttivo, ma forse poco credibile, perché si limita a usare le sue espressività per evidenziare i suoi problemi.
Sicuramente un film che ha il suo fascino, per l’argomento proposto, quello della disabilità che trova le giuste motivazioni per il riscatto dalla propria condizione. Fragilità e debolezza unita all’eccellenza delle capacità matematiche nonché una fisicità addestrata da corpo speciale.
Mix vincente tanto che era già stato messo in cantiere il sequel, sinora mai realizzato ma che la Warner Bros ha ancora la volontà di girare.