Film americano di genere fantascientifico del 2014 uscito in Italia soltanto pochi giorni fa su Sky cinema scritto e diretto da Jake Paltrow con protagonisti Michael Shannon, Kodi Smit-McPhee, Elle Fanning e Nicholas Hoult.
Il tema principale che colgo della storia è il valore della famiglia che resiste ad ogni avversità e difficoltà che la vita propina tanto più in quel mondo che vive una terribile crisi idrica. Infatti ci troviamo in un futuro distopico, ma non così tanto improbabile o distante, dove la terra è diventata arida per le continue siccità così che l’acqua diventi un bene prezioso solo di pochi e una frontiera divide le persone tra chi vive tranquillamente nelle città sviluppate e chi vive delle lande desolate della campagna e vuole resistere al clima ostile e trovare un modo per sopravvivere, nonostante ci siano tecnologie più avanzate.
In questo film si intrecciano le vite dei protagonisti, Ernest Holm, il figlio Jerome, e la figlia Mary con il fidanzato Flem, che saranno accomunati da una triste narrazione piena di malinconia dove viene mostrato il lato peggiore dell’essere umano, come la vendetta e la violenza. L’elemento importante di questo film è l’effetto domino che si crea quando il ragazzo di lei farà delle scelte che cambieranno il destino della famiglia Holm.
Il mondo futuro descritto dal regista è molto più probabile di quanto sembri: una terra dominata dalla siccità, dove gli uomini tentano di portare avanti una vita dignitosa, anche se ai limiti della miseria, nei luoghi più desolati. Ci sono anche delle macchine robot tecnologicamente più avanzate nonostante manchino i beni primari, ma è comunque possibile avere un robot a quattro zampe in sostituzione di un animale.
Una fantascienza che si mischia con l’ambiente selvaggio e povero che richiamano molto al cinema di genere apocalittico. Gli esseri umani cercano di adattarsi ai cambiamenti del mondo, creando tecnologie che possano soddisfare le loro necessità, ma senza migliorare lo stato d’animo umano.
La narrazione è a tratti noiosa, tanto da portare lo spettatore alla frustrazione, non tanto per l’interpretazione degli attori ma per la lentezza delle scene d’azione. Le scelte stilistiche del regista non hanno aiutato a migliorare una trama già di suo un po’ ostica.
Ciò nonostante il film rilascia spunti di riflessione che vanno da quelli relativi ai forti legami familiari che spesso, soprattutto nelle difficoltà, sono una fra le poche certezze cui si può contare e la grande forza dell’uomo capace di adattarsi e reagire pur nei contesti più problematici, anche se prevedibilmente a scapito dei più deboli.