Film drammatico spionistico, del 2018, tratto dal romanzo “The Angel: The Egyptian Spy who saved Israel”, e diretto dal regista Ariel Vromen che ha diretto anche film importanti come Criminal, con Kevin Costner, The Iceman con Michel Shannon e Winona Ryder e molti altri.
E’ disponibile su piattaforma Netflix.
Il romanzo descrive, con una propria chiave di lettura, gli antefatti della Guerra del Kippur del 1973, fra la coalizione Egiziana e Siriana, e le forze armate Israeliane.
Nel film il protagonista è Ashraf Marwan, funzionario del Governo egiziano realmente esistito, e che, nonostante il suo operato, determinante per il percorso che ha portato agli accordi di pace di Camp David del 1978, è sconosciuto ai più.
La trama inizia a rappresentare la vita di Ashraf, interpretato dall’attore olandese Marwan Kenzari, che, nel 1970, sposata la figlia del Presidente Egiziano Nasser, con un figlio, ma ancora studente universitario a Londra, viene raffigurato quasi come un giovane viveur, che approfitta dei propri privilegi, per vivere nell’agiatezza indifferentemente fra l’Inghilterra e l’Egitto.
Invece niente è come sembra. Ashraf giocherà un ruolo decisivo nel tessere la tela fatta di azioni e relazioni segrete che indurranno ad una guerra che come poche ha prodotto più benefici che danni, pur avendo causato circa 100.000 vittime fra tutti gli schieramenti.
Emerge quindi la personalità di un giovane Ashraf che sin dall’inizio ha mostrato di avere le idee chiare. La chiave di volta della storia sarà la improvvisa morte del Presidente Nasser, padre della moglie di Ashraf, che non aveva una buona opinione su Ashraf, tanto che lo relegava a compiti di alcuno spessore diplomatico, nonostante la volontà di emergere che dimostrava Ashraf.
Ingraziandosi le simpatie del successore di Nasser, Anwar al-Sadat, inizia l’escalation della vita diplomatica di Ashraf, che in tutta autonomia, azzarda l’avvio di un contatto segreto con emissari del Mossad israeliano, considerato il nemico assoluto di tutte le nazioni arabe del medio oriente, tanto più in quella fase storica che segue di poco la guerra dei 6 giorni del 1967 che Israele vinse sulla lega araba composta da Egitto, Siria e Giordania.
Incurante degli enormi rischi portò avanti una trattativa instancabile che non scongiurò la guerra del kippur, ma creando le condizioni per un conflitto equilibrato, senza vinti né vincitori, che fu considerato un grande successo per l’Egitto e le nazioni arabe, che per la prima volta avevano tenuto testa alla potenza militare di Israele, che a sua volta vide essere messa in discussione la propria supremazia.
Gli accordi di pace di Camp David del 1978 furono un evento di portata storica, ed ancora oggi considerato determinante per gli attuali equilibri politici dell’area mediorientale.
Per dare una indicazione di quanto sia stata importante l’opera di Ashraf Marwan, basta citare che fu insignito per meriti nei confronti della Nazione sia dall’Egitto che da Israele.
Il film traccia bene la figura di Ashraf, mantenendo intatta l’area di velato mistero che lo ha avvolto, sia per le reali motivazioni che lo hanno spinto a tessere relazioni con i nemici del Mossad, e sia per la sua morte avvenuta misteriosamente nel 2007, a Londra, per una caduta accidentale dal balcone, quando oramai era soltanto un uomo di affari, anche di discreto successo.
Mi piace il genere, lo vedrò!!