Secondo lungometraggio del regista indiano Aneesh Chaganty dopo Searching, uscito al cinema il 10 giugno, di genere orrore e thriller, con protagoniste Sarah Paulson e Kiera Allen, che interpretano rispettivamente Diane Sherman e la figlia Chloe.
Il regista torna a raccontare i legami tra genitori e figli dopo averlo fatto con il suo primo film del 2018. Ma a differenza della prima opera, mostra fino a che punto sarebbe disposta a spingersi una donna pur di soddisfare il proprio desiderio di maternità e sfuggire così al senso di solitudine che si porta dentro.
Per riuscirci al meglio, il regista si affida all’esperienza della Paulson, attrice in costante ascesa che dimostra ancora una volta di trovarsi a proprio agio con questo genere cinematografico. Grazie a questa performance sono ormai lontani i tempi in cui l’attrice faceva da spalla, è infatti cresciuta sotto ogni aspetto, dal talento alla popolarità, ed è quindi pronta ad andare avanti da sola, reggendo un intero film sulle proprie spalle.
Per quanto riguarda la coprotagonista, l’esordiente Kiera Allen, riesce nell’impresa di trasmettere al pubblico il dramma vissuto dalla giovane Chloe, senza rimanere oscurata dal talento della protagonista. La sua performance risulta ancora più avvincente se si pensa che la stessa Allen utilizzi la sedia a rotelle nella vita reale e questo aggiunge autenticità alle scelte in cui il Chloe deve escogitare piani ingegnosi per fuggire dalla madre.
Diane è una donna che reagisce a una dolorosa perdita dedicando anima e cuore a sua figlia, un’adolescente disabile sulla quale riversa tutta la sua idea di amore materno. Sin da subito si insospettiscono i motivi per cui la figlia è tenuta in totale isolamento dalla madre.
Madre e figlia vivono infatti isolate da tutti e, nonostante i suoni 17 anni, Chloe non sembra condividere alcun desiderio con i suoi amici, se non quello di andare al college dopo 17 anni di didattica a distanza. In definitiva, Run rappresenta un’opera da vedere, consigliabile agli amanti dell’orrore per coloro che amano la suspense.
È un film alla cui base c’è una storia interessante ed è un insieme di drammi in uno, dall’elaborazione di un lutto alla disabilità.
Dopo l’innovativo Searching, il regista indiano fa un salto di qualità perché guardando Run si è convinti di quale sarà l’esito finale, ma la trama nasconde delle svolte oscure. Il tutto conferma il fatto che Chaganty rappresenti un regista di grande talento.