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A beatuful day

E’ un film del tipo drammatico del 2017, di produzione Inglese. E’ su Sky on demand #iorestoacasa#.

            La regia è dell’Inglese Lynne Ramsay che ha curato anche la sceneggiatura.

            Attore protagonista assoluto è Joaquin Phoenix con una performance degna del suo premio Oscar vinto con Joker, e come sempre degnamente doppiato da Fabio Boccanera, voce anche di Johnny Depp.

            Il film è tratto dal romanzo “Non sei mai stati qui” di Jonathan Ames.

            Una peculiarità che salta all’occhio dello spettatore è come il film, che tratta situazioni di violenza perpetrata, in realtà sfugge la visione diretta dell’atto violento in sé, cosa unica per film del genere, e che ritengo sia apprezzabile per molti spettatori. Insomma un film che non può esimersi dal rappresentare situazioni cruente, risparmiandone però in modo elegante la loro visione esplicita.

            Phoenix è Joe, un reduce di guerra con missioni in Afganistan ed in medio oriente, e, oramai immerso nella realtà quotidiana di un cittadino americano, che però vive le difficoltà psicologiche tipiche dei reduci.

            Vive solo, con la madre anziana, affetta da demenza senile. Per vivere opera autonomamente  ed a modo suo nel recupero di ragazzine indotte alla prostituzione. In pratica prende delle commissioni da un intermediario che fa da tramite fra lui ed il cliente che chiede il recupero della ragazzina in cambio di denaro, molto denaro.

            In questa operazione, ignaro, entra in un giro di prostituzione di minorenni, molto più grande delle sue possibilità, e il recupero della ragazzina, la giovane attrice Ekaterina Samsonov, si complica non poco.

            Un film, che seppur classificabile come drammatico e violento, ha una sua romanticità, una dolcezza tutta legata ai due personaggi, Joe, ombroso uomo di mezza età, che vive costantemente gli incubi della sua infanzia, segnata dalla violenza domestica del padre, che lo ha traumatizzato,  e che comunque lo ha reso freddo ed insensibile tanto da avere naturalezza e disinvoltura nell’usare violenza, tra l’altro perpetrata con il solo uso del martello, e Nina, che con i suoi 15 anni mostra tutta la sua fragilità infantile, ancor più evidente a causa degli abusi subiti.

            Quando oramai è sull’orlo del baratro, Joe trova la forza di avere uno scatto di orgoglio che lo salva dal suicidio e tenta il tutto per tutto per salvare Nina.

            A prima vista un film lento, molte pause e silenzi, ma oltre a ciò è un film che muove le emozioni, grazie alle sensibilità mostrate, uniche per come sono state rappresentate.

            Scena mitica è quando la vittima di una scorribanda di Joe, in fin di vita viene interrogata, Joe le dà un antidolorifico che lo accompagna dolcemente alla morte, e la vittima, quasi per gratitudine, tende la mano al suo assassino in modo incredibilmente umano.

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