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The Outpost

War movie del 2020 diretto da Rod Lurie.

Inizialmente programmato per l’uscita in sala nel 2020, è stato poi rilasciato On Demand a causa del Covid-19. In Italia è disponibile su sky cinema.

Tra i protagonisti troviamo Orlando Bloom, Scott Eastwood, figlio del grande Clint, e Caleb Landry Jones. L’opera di Lurie si contraddistingue per il suo grande cast di attori. La telecamera segue passo per passo ogni personaggio, delineandone aspetti e caratteristiche.

La battaglia di Kamdesh è una di quelle storie che non è mai stata di dominio pubblico, finché il giornalista della CNN Jake Tapper non ha scritto il romanzo da cui è stato tratto il film: The Outpost: An Untold Story of American Valor.

Siamo nel 2009 in Afghanistan, la storia segue le vicende dei soldati del campo di Kamdesh, una base militare collocata all’interno di una gola di montagna e difficilmente difendibile. Il sergente Romesha, il capitano Keating, lo specialista Carter e le truppe sul posto dovranno vedersela con un passaggio e una popolazione ostile.

I gruppi talebani portano avanti un vero e proprio assedio. Gli attacchi sporadici si trasformeranno ben presto in una vera battaglia, e per i soldati diventerà un’impresa.

Scarsità di munizioni, di supporto e di una buona difesa li condurrà alla tragica battaglia che ha visto molti, troppi, caduti.

Sono quasi due ore di spari, mitra e mortai un po’ eccessive. Oltre a ciò, alcuni momenti vantano di alcuni clichet di genere; eppure il film si dimostra un’ottima missione.

Il regista riprende la battaglia in modo interessante, giocando soprattutto sulla chiusura degli spazi. Non ci sono spazi aperti. Campi stretti e primi piani rendono la storia claustrofobica, come d’altronde è stata la battaglia per chi l’ha vissuta. Soltanto alla fine, a battaglia finita, gli spazi si aprono. Qui il regista utilizza panoramiche e riprese col drone. Una scelta intelligente, e soprattutto funzionale al racconto.

Il film è un misto tra il vecchio e il nuovo cinema di guerra. La produzione ha accontentato diverse fasce di pubblico. Da quello che vuole la guerra per il piacere dell’adrenalina, a quello più sofisticato che richiede un’analisi sociale di quello che avviene.

Insomma, un prodotto alla portata di tutti, nonché un memoriale a chi è caduto in battaglia.

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