Film di genere biografico, storico, horror, visibile attualmente nei cinema italiani.
Basato sul libro di memorie autobiografico di padre Gabriele Amorth, celebre esorcista italiano recentemente scomparso.
La pellicola, ambientata nei Paesi Baschi degli anni ottanta, narra un controverso episodio ispirato da una storia vera: un giovane in preda ad una possessione demoniaca viene esorcizzato dal protagonista, interpretato da un magistrale Russel Crowe.
Il resto del cast, pur messo in ombra dal protagonista (vale il prezzo del biglietto, ad esempio, vederlo sfrecciare su una Vespa), costituisce un contorno credibile che dà forza alla narrazione.
Interessante la relazione/scontro fra l’esorcista ed il potente demonio, che rende lo spettatore appagato con dialoghi serrati e tutti molto umani.
Il film poi strizza l’occhio ai detrattori delle gerarchie ecclesiastiche e mette una pulce nell’orecchio agli scettici. Gli effetti speciali sono memorabili e davvero realistici.
La colonna sonora incide sin dall’inizio e contribuisce alla riuscita del film, risultando sempre appropriata in base ai momenti.
La regia di Avery (Overlord, Samaritan) e la fotografia creano un’atmosfera cupa ed inquietante, che regge il confronto con il classico “L’esorcista” del 1974, nonostante la carenza di momenti di vera paura.
Il regista dimostra di aver compiuto un percorso cinematografico importante ed in crescendo e rappresenta una vera promessa per i cinefili di tutto il mondo.
L’opera, alla prova del tempo, potrebbe persino diventare un cult per gli amanti del genere, soprattutto perché la Chiesa di Roma lo ha così fortemente criticato.
Un film assolutamente da non perdere, con una qualità difficile da trovare, di questi tempi.