Film del 2021, disponibile su Netflix, di genere thriller, drammatico e giallo, diretto da Joe Wright. La sceneggiatura, scritta da Tracy Letts, è un adattamento dell’omonimo romanzo del 2018 di A. J. Finn. Fanno parte del cast principale Gary Oldman, indimenticabile in Dracula di Bram Stoker, la perfetta Julianne Moore e Amy Adams, ammirata in tantissime pellicole fra le quali, bravissima, American Hustle – L’apparenza inganna. Ed è a quest’ultima che è stato affidato il complicatissimo ruolo della protagonista, Anna Fox, un’affermata psicologa infantile, costretta a rimanere tra le mura della sua imponente abitazione a più piani di New York, in seguito alla diagnosi di agorafobia.
Lontana dal marito e dalla figlia, la donna trascorre le sue giornate al computer e con la compagnia di vecchi film, un calice di vino e le sue pillole, con un collega psicologo che le fa visita a domicilio periodicamente, un inquilino che vive al piano inferiore che le porta la spesa e una macchina fotografica, che usa per spiare i vicini, dalla finestra: loro sono il suo unico contatto con il mondo esterno e con la realtà. Tra questi ci sono i nuovi vicini di casa, i Russell da Boston, la classica famiglia modello che nasconde invece non pochi scheletri nell’armadio.
Ma un giorno mentre li osserva dalla finestra scopre un terribile segreto: vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere, che cambia per sempre la sua vita.
Questo film parla della lotta della protagonista con i suoi fantasmi del passato, ma anche con il mondo che la circonda nel quale dovrà dimostrare che il crimine al quale ha assistito, non era frutto della sua immaginazione, ma la verità.
La pellicola è un chiaro rimando a uno dei capolavori del maestro del brivido, Alfred Hitchcock, ovvero La finestra sul cortile, al fatto che la protagonista per intrattenersi trascorrere il tempo a spiare con una macchina fotografica gli abitanti del quartiere, per poi diventare suo malgrado la testimone oculare di un crimine.
Somiglianze piuttosto evidenti ma che non tolgono l’originalità del finale. È stata grandiosa la performance di Amy Adams, che non perde mai occasione per mettere in mostra il suo incredibile talento. Riesce a conferire al personaggio credibilità e verità che va di pari passo con la storia fino ad arrivare al colpo di scena finale. Si assiste a un thriller che si rispetti, spostando l’attenzione dal carnefice ad altri sospetti, quel tanto da mettere in discussione persino la protagonista.