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Il Buco

Film Thriller fantascientifico, produzione Spagnola del 2019 e diretto dal regista Galder Gaztelu-Urrutia. Sua opera prima, pluripremiato sia a Torino che vincitore del premio Goya come miglior regista esordiente.

            Visibile sulla piattaforma Netflix. Perfetto in tempo di quarantena.

            Attori protagonisti non noti al grande pubblico sono Ivan Massaque, già visto in “Il Labirinto del Fauno”, Alexandra Masangkay ed Emilio Buale.

            Il film è collocato in un periodo temporale futuribile dove viene proposta una soluzione carceraria completamente diversa da come sono organizzate oggi, non molto diverse dal passato, le prigioni. Quindi non il classico film di tipo carcerario dove i più forti o le gang più forti prevalgono.  Ma una visione del tutto innovativa di un regime carcerario proiettato al futuro probabilmente specchio di una società incline al sacrificio degli emarginati.

            Il carcere è strutturato in ben 333 piani. Ogni piano ha nel mezzo della cella un buco che quindi attraversa tutti i 333 piani. Nel buco giornalmente scorreva una piattaforma stracolma di pietanze e cibo della massima fattura culinaria.

            La caratteristica stava nel fatto che tanta opulenza era a vantaggio quasi esclusivo di chi occupava i piani superiori, poichè la piattaforma partiva dall’apice della struttura carceraria. Scorre quindi verso il basso per ogni livelli sostando per qualche minuto, e permettendo agli occupanti del livello di saziarsi senza criterio e discernimento. In tal modo dai livelli intermedi in giù il cibo era sempre più scarso sino a mancare del tutto ai livelli inferiori. 

            Ogni carcerato doveva scontare la pena passando da un livello ad un altro in ogni mese. Ma il livello veniva determinato senza un criterio logico tanto che chi capitava ai primi livelli, con conseguenti privilegi, chiaramente legati esclusivamente alla disponibilità di cibo, il mese successivo poteva capitare nei livelli inferiori e avere a che fare con la carenza o mancanza di cibo.

            Quindi a seconda del livello di appartenenza si evidenziavano differenze nei comportamenti dovuti alle necessità. Sino ad arrivare a pratiche di cannibalismo per garantirsi la sopravvivenza.

            Il protagonista, Goreng, percepisce che l’ingiustizia di tale organizzazione era estrema e cerca la forma di riscatto e come rovesciare tale equilibrio.

            Oramai agli estremi delle forze e della sopportazione, aiutato dal compagno di cella, valuta come gesto sovversivo quello di portare intatto un dolce prelibato sino al livello più basso, salendo sopra la piattaforma che scendeva di livello in livello.

            Senza svelare se sia riuscito nell’intento, quel che si vuole trasmettere con il film è come ognuno di noi possa adattarsi e trasformarsi a seconda delle necessità, sino ad azioni cruente ed estreme che ne preservino l’esistenza.

            Sicuramente un film originale, ben rappresentato e che tiene viva l’attenzione dello spettatore che si vede stimolata la curiosità unita alla sorpresa che genera ogni nuova situazione.

Per il super eroe voto 7!

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